Ospedale Urbino: Pronto Soccorso in gravi difficoltà

Ospedale Urbino: Pronto Soccorso in gravi difficoltà. I giorni scorsi ho eseguito, in compagnia dell’attivista M5S urbinate Gabriele Lauricella, un dettagliato sopralluogo presso l’ospedale di Urbino, accompagnato da personale direttivo e sanitario (che ringrazio per la disponibilità e cortesia dimostrate), per verificare la situazione all’interno dei diversi reparti. Ho dovuto registrare un sovraccarico di lavoro presso il Pronto Soccorso (al momento del sopralluogo gli 8 posti letto disponibili erano tutti occupati ma i codici gialli presenti erano 11, oltre ad ulteriori 4 codici verdi meno gravi); purtroppo l’organico di personale è sottodimensionato del 40%; nell’ultimo anno gli accessi al Pronto Soccorso sono stati circa 24500 (circa 67 persone al giorno), sfiorando la soglia per l’attivazione di servizi di strutture di livello superiore; l’aumento di accessi è chiaramente stato provocato dalla chiusura dei punti di primo intervento un tempo presenti negli ospedali di Cagli e Fossombrone, e dal sottoutilizzo della struttura di Sassocorvaro. Ho constatato il procedere dei lavori per attrezzare l’area destinata alla medicina di urgenza (che dovrebbe prevedere dai 5 agli 8 posti letto), ma la preoccupazione maggiore sta nella grave difficoltà di reperimento del personale che dovrebbe gestirla, poiché i bandi dei concorsi emessi non hanno dato frutto. Tutto il settore va potenziato, iniziando dall’osservazione temporanea e da quella breve intensiva.

Il centro trasfusionale sta operando in piena sinergia con il resto della struttura e fornisce un importante servizio al territorio, ma attende da mesi l’emanazione del manuale regionale di accreditamento per poter attivare ulteriori servizi (allo scopo ho inviato un sollecito presso gli uffici competenti).

Il reparto di cardiologia, considerato un’eccellenza, gestisce 4 posti letto di Utic in sinergia con altri 4 posti di rianimazione.

Presenta alcuni problemi di overbooking il reparto di medicina e lungodegenza, che oltre ai 50 posti letto dedicati, utilizza ulteriori 18 posti originariamente previsti per geriatria. A tal proposito ho apprezzato lo sforzo di coordinamento che il reparto svolge con le strutture di Pergola, Fossombrone e Cagli relativamente alla connessione anche con le cure intermedie. Da anni però chiedo che anche negli Ospedali di Comunità sia presente medicina e lungodegenza.

Il reparto di chirurgia ora dovrà assorbire le analoghe attività dell’ospedale di Pergola, dove per lavori di ristrutturazione gli stessi servizi sono stati sospesi; avevamo chiesto di organizzare le attività in modo da evitare la chiusura delle sale operatorie e dei posti letto connessi, ma evidentemente la regione non ha particolarmente a cuore la qualità della struttura pergolese ed i disagi che i cittadini dovranno sopportare nel trasferirsi in Urbino; mi auguro che la convivenza delle due strutture e la sovrapposizione di servizi non crei difficoltà eccessive agli operatori e non abbia ripercussioni negative sugli utenti.

Infine ho constatato che la struttura viene utilizzata al pieno delle potenzialità logistiche, e ritengo che sarebbe utile usufruire anche del quarto piano della stessa, magari trovando una nuova collocazione esterna per gli uffici amministrativi, al fine di sfruttare al meglio le potenzialità dell’intero stabile per potenziare i servizi che possano consentire anche ufficialmente di classificare l’ospedale di Urbino come struttura di primo livello, cosa che finora non compare ufficialmente in nessun documento.

Ecco l’articolo apparso sulla stampa.

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