NO alla ciclabile sul sedime ferroviario Pergola-Fabriano – Fabbri Piergiorgio M5S Marche

NO alla ciclabile sul sedime ferroviario Pergola-Fabriano. I partiti di maggioranza di questa regione non vogliono la riapertura della ferrovia Pergola-Fabriano. E’ una vergogna che un tratto di ferrovia così importante sia chiuso perché un torrentello, esondando, ha dilavato il sedime per una ventina di metri; con alcune decine di migliaia di euro sarebbe possibile riparare il danno e riattivare la circolazione, sospesa da alcuni anni. Ma la maggioranza che governa questa regione è contraria. Infatti con azioni confuse e contradditorie, chiede da un lato, per bocca del consigliere Boris Rapa, residente sulla costa, la riconversione a pista ciclabile, dimenticandosi dall’altro, che quasi due anni e mezzo fa aveva approvato una mozione per la riattivazione o (speriamo proprio di no) il declassamento a ferrovia turistica. Il testo della mozione approvata era infatti debole e sibillino, si rimetteva supinamente alle decisioni di Ferrovie circa la riapertura, e chiedeva ai parlamentari marchigiani di adoperarsi per il declassamento a tratta turistica. Viceversa, in quella burrascosa discussione in aula, era stata bocciata la mia mozione n. 233/17 “Ripristino della tratta ferroviaria Pergola-Sassoferrato-Fabriano che chiedeva, in maniera cristallina, la riapertura immediata al trasporto pubblico: evidentemente le manovre per realizzare la pista ciclabile sul sedime ferroviario erano già iniziate.

Come espresso dal sindaco di Fabriano e dall’ex sindaco di Pergola, quel tratto va riaperto al più presto alla circolazione come servizio pubblico, a mio avviso rendendolo alternativo al servizio parallelo su gomma. Va assolutamente evitato, invece, di aprire un inappropriato capitolo circa uno studio di fattibilità per valutare se declassare ai soli fini turistici la tratta, come scelleratamente ipotizzato dall’assessore Casini oggi in consiglio regionale, o addirittura valutare se trasformarla in pista ciclabile.

Analogamente a quanto sostenuto per la ferrovia Fano-Urbino, questa realmente dismessa da un trentennio, le piste ciclabili devono snodarsi lungo le vallate, toccando luoghi caratteristici dal punto di vista naturalistico o ricreativo, senza interferire con il sedime ferroviario, cercando di massimizzare l’indotto dei luoghi che attraversano. Ciclabili e ferrovie non devono essere alternative, ma complementari e sinergiche, le prime da utilizzare per brevi spostamenti e ad uso ricreativo, le seconde per trasporto pubblico, ritagliando in modo subordinato, ove ci siano le condizioni, anche aspetti turistici, ma rispettando la vocazione di mobilità ecosostenibile per le quali sono state progettate e realizzate, in maniera lungimirante un secolo fa. Clicca sull’articolo che riguarda l’opposizione al tentativo di realizzare la ciclabile sui binari della ferrovia Fano-Urbino.

Il PD aveva cercato anche di far passare sottotraccia il tentativo di vendere un tratto, piccolo ma strategico, della ferrovia Fano-Urbino; al tentativo mi ero opposto con la mozione n. 210/17 Contrarietà alla vendita di un tratto della ferrovia Fano-Urbino, ed esercizio del diritto di prelazione, bocciata perché nel frattempo l’affare era stato bloccato, risultando troppo rischioso dal punto di vista mediatico.

Clicca su questo articolo per sapere quale vero obiettivo si nasconde sotto la volontà di trasformazione della ferrovia in ciclabile.

Questo è l’articolo uscito sulla stampa on-line viveremarche.it.

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