VIOLENZA DI GENERE: IL VIOLENTO VADA IN STRUTTURE DI TRATTAMENTO, LASCIANDO LE VITTIME IN CASA PROPRIA.

VIOLENZA DI GENERE: IL VIOLENTO VADA IN STRUTTURE DI TRATTAMENTO, LASCIANDO LE VITTIME IN CASA PROPRIA.

Dopo alcuni mesi di discussione ed approfondimento con i componenti di un importante gruppo facebook “Donne Stelle Contro la violenza su: Donne, Uomini, Bambini, Animali”, il 21 novembre scorso ho depositato un emendamento al Piano Sociale che è attualmente in discussione presso la quarta commissione consiliare della regione Marche. L’emendamento chiede di Realizzare una struttura pilota di accoglienza, residenziale, ove ospitare, su richiesta volontaria, il membro familiare che compie violenza, al fine di consentire la realizzazione di un processo rieducativo controllato a carico del violento, lasciando nella propria residenza di origine le vittime che non subirebbero quindi disagi, restando nel proprio ambiente quotidiano. Il soggetto violento sarà seguito da personale esperto che ne valuti la pericolosità e ne attui la riabilitazione. L’emendamento si inserisce a pieno titolo nell’alveo definito dalla legge n. 69 del 19 luglio 2019 cosiddetta “Codice Rosso”, che prevede (art. 6) “la partecipazione a specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero”. Generalmente, in seguito a denunce e per tutelare le vittime di violenza (prevalentemente donne con relativi figli) queste vengono allontanate dall’appartamento di famiglia e ospitate in strutture di accoglienza. L’obiettivo è anche quello di supportare le vittime nel recupero della loro autonomia. In questo modo purtroppo la vittima viene estirpata dalla propria quotidianità, dalla propria famiglia, dai propri amici e dall’ambiente in cui ha vissuto fino a quel momento mentre il carnefice della violenza rimane nel proprio luogo di appartenenza, questa è una seconda grave violazione subita dalla vittima che si vede costretta a cambiare vita nonostante sia lei la parte lesa, e tra l’altro molto spesso l’isolamento della stessa vittima è anche l’obiettivo del carnefice. Riteniamo quindi che occorra prevedere delle forme di sostegno all’uomo, che proseguano, eventualmente anche dopo il carcere, in percorsi di supporto nel contesto territoriale di appartenenza. Il percorso di riabilitazione potrebbe essere attivato in maniera volontaria, attraverso un percorso socio-educativo con il soggetto violento, che ne favorisca l’assunzione di responsabilità e la consapevolezza dell’atto commesso. Riteniamo che sia utile individuare una struttura di accoglienza residenziale idonea, ove ospitare su richiesta volontaria il membro familiare che compie violenza, lasciando nella propria abitazione le vittime, al fine di consentire la realizzazione di un processo rieducativo controllato da parte del violento, senza procurare ulteriori disagi alle vittime che resterebbero nel proprio ambiente. Il soggetto violento dovrà essere seguito da personale esperto che ne valuti la pericolosità e ne attui la riabilitazione. Giovedì 28 il consiglio regionale tratterà la tematica della violenza di genere, ed io ho presentato una Mozione n. 580/19 per rimarcare la richiesta avanzata tramite l’emendamento. Vigilerò affinchè l’emendamento venga recepito nel piano sociale, in modo da inserire le Marche tra le regioni più virtuose, dove queste strutture già sono presenti.

Ecco l’articolo apparso sulla stampa on-line viverefermo.it

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