Regione Marche: un bilancio da oscar della ragioneria, senza strategia economica o politica
Regione Marche: un bilancio da oscar della ragioneria, senza strategia economica o politica.
Un bilancio regionale da oscar della ragioneria. Così definisco l’ultimo bilancio dell’era Ceriscioli, poiché privo di ogni spessore economico e politico. Questa legislatura non è stata in grado di realizzare nulla per farsi positivamente ricordare: nessuno indirizzo strategico, nessun rilancio economico, nessuna innovazione istituzionale; restano però i segni sulla pelle dei cittadini inferti dai tagli ai servizi sanitari soprattutto nell’entroterra, per il resto è stata una legislatura trasparente e passiva.
Grazie a disponibilità finanziarie incrementali per oltre 200 milioni di euro, non sono stati fatti mancare numerosissimi “presenti natalizi” sparpagliati sui territori, elargiti in tempo reale durante la seduta del consiglio regionale di ieri. Ad esempio la tristemente famosa Tabella C, che 48 ore prima del consiglio presentava 45 voci di finanziamento di importo inferiore ai 5000 euro per un totale di 161.000 (promessi per l’anno 2020), con il passare delle ore è cresciuta a dismisura raggiungendo le 200 voci (sempre inferiori ai 5000 euro) per un importo globale che sfiora i 650.000 euro. Evidentemente la pressione elettorale si fa già fortemente sentire, e dove non si è giunti con i risultati politici si cerca di giungere con le elemosina. I contributi sono una tantum dato che le voci finanziate per il triennio sono meno di 90 su circa 700.
L’utilizzo del tesoretto sembra però confermare l’assenza di strategia politica ed economica che ha tristemente caratterizzato questo mandato, ad esempio, dall’analisi della Tabella A che finanzia le leggi regionali continuative e ricorrenti, su 90 leggi finanziate, quasi 30 risultano avere importi inferiori ai 100.000 euro ed un terzo non sono finanziate per tutto il triennio. Due esempi emblematici: la legge per la riduzione della plastica dai mari e dalle spiagge è finanziata con ridicoli 10.000 all’anno, mentre la legge per il contrasto del fenomeno del bullismo presenta 100.000 euro per il 2020 e zero euro per i due anni successivi.
Gli aspetti che pongo in evidenza non sono secondari considerando che oltre l’80% del bilancio è dedicato alla sanità ed un ulteriore 10% è impegnato in voci di cofinanziamento statale ed europeo, cosicché i fondi disponibili a completa discrezione della Regione si aggirano mediamente intorno ai 450 ML di euro, di cui la metà sono impegnati tra spese di personale, strutture e accantonamenti, perciò i margini di manovra per incidere su politiche efficaci sono strutturalmente limitati ed occorre mettere a frutto tutte le risorse a disposizione.
Avendo sempre combattuto aspramente le politiche sanitarie regionali, non condividendo le modalità di utilizzo dei fondi europei, avendo idee divergenti sulla mobilità (vedi riapertura delle ferrovie Pergola-Fabriano e Fano-Urbino), sulla gestione dei rifiuti (dove contrastiamo la realizzazione di grandi impianti di trattamento centralizzato e la mancanza di una diffusa applicazione della tariffazione puntuale) e discutendo l’impiego dei restanti fondi erogati prevalentemente a pioggia sui settori agricoltura, industria, artigianato, commercio e turismo, come è possibile approvare il bilancio regionale ? Ho dato un fermo voto contrario, per contrappormi alla politica attuale ed indicare che una alternativa è possibile.
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