Nuovo Piano Sanitario Marche: un disastro annunciato

Nuovo Piano Sanitario Marche: un disastro annunciato. I cittadini italiani che hanno rinunciato nel corso dell’anno ad almeno una prestazione sanitaria son saliti dai 4,6  a 12,2 milioni (pari al 20% della popolazione) in soli 10 anni. E’ sufficiente questo dato per fare capire come la sanità nazionale abbia bisogno di una nuova gestione. I governi precedenti non sono stati in grado (o non hanno voluto) correggere gli errori che da tempo sono palesi a tutti i cittadini: liste d’attesa troppo lunghe, qualità disomogenea nell’erogazione dei servizi tra un ospedale ed un altro, privatizzazione delle attività ad altro reddito e basso rischio, politicizzazione delle carriere, eccessiva burocratizzazione, mancanza di tecnici nei reparti, ecc… E a livello regionale la situazione è ugualmente preoccupante.

Analizziamo i dati presentati nella presentazione del Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR) 2018-2020 a cura della Regione Marche: Presentazione_piano socio sanitario 2018 2020, disponibile sul sito dell’Agenzia Regionale Sanitaria.

Generalità

Il fondo sanitario nazionale prevede una spesa superiore ai 113 miliardi di euro per il 2018 e l’incremento di circa 1 miliardo per il 2019, ma i servizi erogati sono di qualità generalmente sempre peggiore. L’indice di buona salute dei sistemi sanitari nazionali europei ci vede al penultimo posto (la Grecia è l’ultima).

La spesa sanitaria privata accreditata che per l’Italia si aggira intorno al 19%, per le Marche si assesta a valori inferiori al 12%.

Meno del 34% dei cittadini marchigiani si dichiara soddisfatto del sistema sanitario, viceversa in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta si dichiarano soddisfatti oltre 60 cittadini su 100.

Le principali cause di morte per i cittadini marchigiani, sono rappresentate dalle malattie del sistema circolatorio (38,1%) e dai tumori (24,5%), dati in linea con quelli nazionali.

Deficit di posti letto

La percentuale di anziani trattati in cure domiciliari sul totale della popolazione anziana per le Marche risulta introno al 3% (nel 2017 erano 12404 unità), solo la Basilicata ha percentuali inferiori rispetto alle 11 Regioni comparate.

Si riscontra una grave e generalizzata carenza di posti dedicati alla Residenzialità e semi-residenzialità: sanitaria extraospedaliera, socio-sanitaria, sociale. Ad esempio mancano circa 1400 posti per anziani, mancano circa 700 posti rispettivamente per i disabili e salute mentale, ed alcune centinaia di posti complessivamente per dipendenze, adulti e minorenni.

Complessivamente mancano oltre 3200 posti rispetto alle indicazioni della DGR 1105/17.

Anche le strutture ospedaliere presentano gravi problemi in termini di distribuzione territoriale e numero di posti letto, evidenziando insostenibili scompensi tra le diverse aree vaste. A questo proposito è possibile approfondire l’analisi che ho fatto nell’articolo “Crisi Sanità: strutture insufficienti e mal distribuite sul territorio” . All’interno dell’articolo troverete i link ai documenti regionali di riferimento.

Il numero di ricoveri nelle strutture ospedaliere private è salito del 6,2% tra il 2015 e il 2017, segno inequivocabile dell’arretramento della sanità pubblica a favore del privato.

Liste d’Attesa troppo lunghe

I Tempi di attesa per la chirurgia oncologica sono i più alti (eccezion fatta per la Liguria) rispetto alle 11 regioni considerate, superando i 30 giorni.

Per approfondire la pesante situazione delle lista d’attesa è possibile leggere l’articolo “Sanità Marche: servizi insufficienti e liste d’attesa troppo lunghe” che contiene i link ai documenti che ho faticosamente reperito con accessi agli atti ed interrogazioni in Consiglio Regionale.

La situazione non è sostenibile, i cittadini sono colpevolmente indotti a rivolgersi alle strutture private dove riescono ad eseguire la diagnostica necessaria in pochi giorni, rispetto alle troppe settimane di attesa proposte dal CUP al momento della prenotazione.

 

Costi di mobilità passiva insostenibili

Solo il 68% dei cittadini marchigiani si cura all’interno dell’Area Vasta di residenza (per un valore di oltre 530 milioni di euro), mentre il 16% è costretto a spostarsi in un’area vasta differente ed un altro 16% deve addirittura emigrare fuori regione (per un importo di oltre 127 milioni). La mobilità passiva e quella tra Area Vasta complessivamente ammontano ad oltre 250 milioni all’anno.

Ricoveri ospedalieri nelle area vasta: popolazione residente e produzione (2016)
N % %
Ricoveri AV residenza 168.979 72,1% 532.497.107 67,8%
Flusso intra regionale 33.887 14,5% 125.979.668 16,0%
Mobilità Passiva 31.548 13,5% 127.282.990 16,2%
Totale Residenti 234.414 100,0% 785.759.765 100,0%

Perciò un terzo dei cittadini marchigiani non trova cure adeguate all’interno dell’Area Vasta di residenza, e tra questi la metà è costretto a rivolgersi fuori regione, incrementando il disagio personale ed i costi indiretti annessi all’esecuzione delle cure.  La metà dei cittadini emigra fuori regione per interventi di complessità medio-bassa.  Sono in diminuzione i cittadini che da fuori regione vengono a curarsi nelle Marche. Ci sono notevoli differenze tra le Area Vasta per quanto attiene i diversi tipi di mobilità, a dimostrazione della disomogeneità della qualità /quantità dei servizi erogati.

Ho trattato l’argomento anche nell’articolo “I costi della migrazione sanitaria marchigiana sono INSOSTENIBILI” a cui rinvio per approfondimenti sul tema.

Una dirigenza elefantiaca

Il personale dipendente degli enti che costituiscono il servizio sanitario regionale assomma ad oltre 21000 unità, in crescita di circa 500 persone per ciascuno degli ultimi due anni. Impressiona però il fatto che siano stati nominati 4220 dirigenti. La sanità marchigiana mantiene un dirigente ogni 4 dipendenti ! La struttura dirigenziale è elefantiaca, e purtroppo, a giudicare dai dati in analisi, inefficiente.

Personale dipendente 2017
Dirigenti Impiegati/Tecnici Totale
ASUR 2808 11717 14525
A.O. Ospedali Riuniti 740 2877 3617
A.O. Marche Nord 477 1660 2137
INRCA 195 628 823
TOTALE 4220 16882 21102

 

Il complesso dei dati analizzati dimostra quanto sia lacunosa la gestione sanitaria nelle Marche. Il Nuovo Piano Socio Sanitario deve essere completamente reimpostato, finalizzandolo ad una maggiore omogeneità quantitativa e qualitativa dei servizi su tutto il territorio regionale, al fine di abbattere i costi della mobilità passiva e i tempi di attesa per la fruizione dei servizi, ridimensionando la compagine dirigente e ammnistrativa a favore di un potenziamento dei settori tecnico-operativi.

Abbiamo organizzato un incontro pubblico sul tema a cui hanno partecipato, oltre al sottoscritto, il nostro senatore Sergio Romagnoli e la nostra consigliera comunale pesarese Silvia D’Emidio.

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Sulla stampa, come resoconto della serata, è uscito questo articolo.

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