I costi della migrazione sanitaria marchigiana sono INSOSTENIBILI
I catastrofici dati sulla mobilità passiva sanitaria sono purtroppo già noti: crescono di anno in anno considerevolmente i marchigiani che ricorrono a servizi sanitari fuori regione, mentre inversamente sono sempre meno i cittadini di altre regioni che vengono a curarsi nelle Marche. La situazione è pesantemente sbilanciata, mostrando una emigrazione sanitaria che costituisce lo specchio del fallimento gestionale della giunta che ci governa.
Avevo già iniziato a trattare il problema nell’articolo “Mobilità sanitaria passiva: sempre più cittadini marchigiani si curano fuori regione“, all’interno del quale troverete i link ai documenti di riferimento.
I dati previsti per quest’anno sono impressionanti: 98 milioni di mobilità in ingresso (attiva) e 180 milioni di mobilità in uscita (passiva), per un saldo negativo (che paghiamo come Marche alle altre regioni) di oltre 82 milioni (dati indicati dalla giunta all’interno del bilancio di previsione).
Ora è possibile approfondire la tematica grazie ai dati contenuti nella Presentazione_piano socio sanitario 2018 2020 resa disponibile dall’Agenzia Sanitaria Regionale.
Costi della mobilità passiva sanitaria e dei flussi tra Aree Vaste
Solo il 68% dei cittadini marchigiani si cura all’interno dell’Area Vasta di residenza (per un valore di oltre 530 milioni di euro), mentre il 16% è costretto a spostarsi in un’area vasta differente ed un altro 16% deve addirittura emigrare fuori regione (per un importo di oltre 127 milioni).
Scorporando i costi della migrazione sanitaria per singola Area Vasta (AV), si nota come sia l’Area Vasta 1 (coincidente con la Provincia di Pesaro-Urbino) a subire la maggiore emorragia di cittadini verso regioni esterne (prevalentemente Emilia-Romagna) con costi per oltre 40 milioni di euro, seguita della altre AV; inoltre i dati evidenziano come l’Av3 e l’AV4 (Macerata e Fermo) presentino i maggiori valori di mobilità verso le altre AV regionali, complessivamente il flusso di prestazioni interno alle AV sfiora i 126 milioni di euro.
Se paragoniamo questi dati con la mobilità attiva (costituita dai cittadini che da altre regioni vengono a curarsi nelle Marche), si nota come a parte l’AV5 (Ascoli Piceno) che presenta valori di oltre il 26% (flussi provenienti dal Sud Italia), le altre realtà provinciali si attestino sotto il 10%, a dimostrazione della scarsissima attrattività della sanità marchigiana nei confronti del resto d’Italia.
Costi della mobilità passiva sanitaria per discipline mediche
Analizzando altri dati significativi, il 50% dei ricoveri eseguiti in mobilità passiva fuori regione sono ascrivibili ad una complessità medio-bassa (dati 2016 pari a 15653 ricoveri). A dimostrazione dell’incapacità regionale di erogare servizi “standard” ai propri cittadini. Inoltre poco meno della metà di questi ricoveri avvengono in strutture private.
I soldi sborsati dalle Marche a favore dalle altre regioni (nell’anno 2016 rispetto al precedente) sono aumentati del 10% (oltre 1 milione) per la rieducazione funzionale eseguita in strutture private; sono aumentati del 15% per la cardiologia privata e addirittura del 72% (oltre 2 milioni) per la cardiochirurgia privata; l’aumento per la neurochirurgia e l’urologia è stato rispettivamente del 21% e 17%, sempre in strutture private. Solo il comparto della medicina generale ha segnato un decremento della mobilità passiva sanitaria sia pubblica che privata con un seppur modesto -5,3%. L’aumento generale della mobilità passiva riscontrato verso strutture pubbliche è di gran lunga inferiore rispetto a quello registrato verso le strutture private, infatti i privati hanno incassato 5,5 milioni in più rispetto al 2015, mentre le strutture pubbliche hanno incrementato l’introito per circa 1,5 milioni.
Complessivamente, per le prime 10 discipline, il valore della mobilità passiva nel 2016 rispetto al 2015 è aumentato di oltre 7 milioni pari all’8%. Un dato veramente allarmante per la sanità marchigiana che segna il passo sia verso quella di altre regioni che nei confronti dell’ingresso dei privati.
Mobilità passiva extraregionale per disciplina di dimissione: variazione 2016/2015 in € | ||
variazione € anni 2016/2015 | ||
Disciplina | privato | pubblico |
ortopedia traumatica | € 732.524 | € 11.264 |
chirurgia generale | € 307.661 | € 423.003 |
rieducazione funzionale | € 1.106.987 | -€ 81.109 |
cardiologia | € 758.879 | € 122.967 |
cardiochirurgia | € 2.037.543 | € 292.401 |
neurochirurgia | € 439.244 | -€ 12.046 |
urologia | € 251.759 | € 124.433 |
ostetricia ginecologia | € 46.712 | € 60.825 |
medicina generale | -€ 80.342 | -€ 130.688 |
oncologia | -€ 45.963 | € 718.301 |
TOTALE | € 5.555.004 | € 1.529.351 |
Tot. Gen. | € 7.084.355 |
Ricapitolando: un terzo dei cittadini marchigiani non trova cure adeguate all’interno dell’Area Vasta di residenza, e tra questi la metà è costretto a rivolgersi fuori regione, incrementando il disagio personale ed i costi indiretti annessi all’esecuzione delle cure. La metà dei cittadini emigra fuori regione per interventi di complessità medio-bassa. Sono in diminuzione i cittadini che da fuori regione vengono a curarsi nelle Marche. Ci sono notevoli differenze tra le Area Vasta per quanto attiene i diversi tipi di mobilità, a dimostrazione della disomogeneità della qualità /quantità dei servizi erogati.
In definitiva la gestione sanitaria regionale non è in grado di soddisfare compiutamente i bisogni dei propri cittadini, comportando costi riconosciuti ad altre regioni ormai insostenibili per la nostra collettività, senza contare il disagio personale di pazienti e famigliari costretti a percorrere centinaia di chilometri per curarsi in modo adeguato.
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