Approvata mozione M5S per migliorare la gestione dei Pronto Soccorso
Approvata mozione M5S per migliorare la gestione dei Pronto Soccorso. Utilizzare meglio il personale dei Pronto Soccorso e dei 118, uniformare i contratti di lavoro, investire maggiormente nella formazione e specializzazione del personale, attrezzare le ambulanze con macchinari di avanguardia, questo chiede una mozione (n. 543/19 Adeguata formazione ed ottimizzazione dell’utilizzo del personale operante nel settore dell’emergenza-urgenza sanitaria) promossa dal M5S di cui sono il primo firmatario ed approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale. La ventilata partenza all’estero del dott. Stefano Loffreda, primario del Pronto Soccorso di Marche Nord, è l’ennesimo preoccupante campanello di allarme per il sistema dell’emergenza-urgenza regionale che si rivela in grave difficoltà: il personale è pesantemente sottodimensionato, in particolare mancano medici specializzati, e l’eterogeneità dei contratti in essere crea spesso differenze inaccettabili all’interno dei gruppi di operatori che svolgono le stesse mansioni. Anche l’utilizzo operativo del personale in servizio presenta inefficienze, riscontrandosi situazioni di rigidità organizzativa e contrattuale che non consentono un utilizzo ottimale soprattutto dei medici dedicati al 118.
La situazione risulta critica e viene ereditata da una sciagurata mancanza di visione strategica da parte delle Università e delle Regioni, che non hanno permesso la preparazione di un adeguato numero di medici soprattutto nel settore dell’emergenza-urgenza; al punto in cui ci troviamo oggi, saranno necessari almeno 10 anni per riequilibrare la mancanza strutturale di personale.
Ad esempio, dai dati in mio possesso, in totale i medici operanti nella Regione per il settore dell’emergenza-urgenza sono 156 così suddivisi: 65 medici dipendenti (42%), 69 medici convenzionati a tempo indeterminato (44%), 22 medici convenzionati a tempo determinato (14%). Il personale medico operante in questa tipologia di strutture è palesemente carente, e il potenziamento necessario è stimato ammontare in circa 30 unità.
Occorre perciò attrezzarsi, da un lato, per gestire l’attuale stato di emergenza, e attuare azioni che consentano di tornare in equilibrio dall’altro, ponendo urgente rimedio agli errori e danni arrecati all’intero sistema.
Ritengo che il sistema di emergenza-urgenza nella Regione Marche sia tutt’ora fortemente legato alla distinzione tra una fase territoriale e una fase ospedaliera, quando ormai risulta chiaro che un’integrazione dei professionisti sia indispensabile per la presa in carico totale del paziente e per garantire la crescita professionale degli operatori. E’ di conseguenza necessario integrare maggiormente l’emergenza territoriale e l’emergenza ospedaliera, al fine di garantire la massima continuità delle cure al paziente in fase di emergenza-urgenza, raggiungendo la standardizzazione del sistema in ambito organizzativo, strutturale e formativo.
Ritengo che sia necessario, anche ai fini di ulteriore accrescimento professionale, che il medico del 118 possa agire a pieno titolo all’interno dei pronto soccorso, al fine di favorire un utilizzo più flessibile del medico del 118; viceversa anche il personale del pronto soccorso si ritiene che sia utile possa prestare servizio in ambito 118.
Vengono introdotti medici con un corso di formazione di emergenza territoriale di circa 400 ore, che non appare adeguato alla formazione di professionisti che devono garantire sul territorio la stabilizzazione delle funzioni vitali del paziente e il suo trasporto non più al presidio ospedaliero più vicino. Penso che sia necessario che tutto il personale medico ed infermieristico, operante all’interno del Sistema di Emergenza Urgenza debba di norma possedere una formazione/preparazione specifica ed omogenea e possa svolgere la propria attività sia in ambito di emergenza-urgenza pre-ospedaliera che intraospedaliera.
Il nuovo Piano Socio Sanitario non contempla questi aspetti e ho dovuto perciò presentare una mozione per chiede di finanziare il necessario numero di borse di studio regionali per la Medicina d’Emergenza-Urgenza, in modo da assicurare la necessaria professionalità per tutto l’organico impiegato nel settore, ed implementare la formazione del personale sanitario, nel rispetto delle specifiche mansioni, in modo omogeneo e standardizzato per tutti gli operatori del settore, anche verificando la possibilità di organizzare, quale soluzione temporanea, corsi di specializzazione presso le strutture sanitarie regionali di concerto con ASUR e le sigle sindacali.
Chiedo infine che si proceda ad implementare la tecnologia presente sulle ambulanze per consentire la massima operatività possibile del personale presente a bordo durante il servizio.
Questo è l’articolo apparso sulla stampa.
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