Caccia paralizzata da una sentenza e cinghiali in sovrannumero: occorre consentire a tutti gli agricoltori di catturare i cinghiali nei propri terreni
Caccia paralizzata da una sentenza e cinghiali in sovrannumero: occorre consentire a tutti gli agricoltori di catturare i cinghiali nei propri terreni.
Già nel 2015 avevo chiesto con una mozione di modificare il calendario venatorio, soprattutto per renderlo rispondente alle indicazioni di ISPRA. Avevo già da allora predetto che sarebbe stato impugnato legalmente dal mondo ambientalista e che facilmente gli organi preposti avrebbero accolto la sostanza dei ricorsi. Naturalmente tutti i partiti (M5S escluso) fecero “orecchie da mercante” e bocciarono la mia mozione.
Alcuni mesi dopo, nel gennaio 2016, il Governo commissariò la nostra Regione (assieme ad altre sette) proprio sui rilievi da me denunciati (presentai una interrogazione a cui mi fu risposto in pratica di “stare tranquillo”). Oggi, a distanza di due anni una Ordinanza_Consiglio_Stato_2018, blocca la caccia su vaste aree del nostro entroterra, in corrispondenza dei siti Rete Natura 2000.
Ora il mondo di cacciatori, cinghialai ed agricoltori è in subbuglio. I primi vedono limitata la possibilità di cacciare ed alcuni già minacciano di chiedere la restituzione dei soldi versati per il rinnovo dei tesserini, mentre gli agricoltori temono l’incremento dei danni alle colture causati dai cinghiali, poiché ne vengono abbattuti mediamente 10.000 all’anno.
D’altro canto emerge un grave stato di disagio all’interno dell’assessorato competente a causa delle motivazioni contenute nell’Ordinanza che rimarca “l’assenza, ormai da tempo, di una generale, approfondita, attualizzata, consapevole e generale pianificazione faunistico-venatoria a livello regionale”, evidenziando una grave mancanza programmatoria e gestionale. Soprattutto, visti i pregressi, è mancata la predisposizione di un “piano B” che consentisse di limitare gli inconvenienti ora creatisi, che sembra non trovino alcun tipo di soluzione.
Per quanto riguarda i danni alle colture provocati dal sovrannumero di cinghiali (oltre 3 milioni di euro negli ultimi anni), da mesi ho depositato una proposta di legge per consentire a tutti gli agricoltori di catturare i cinghiali nei propri terreni mediante l’installazione di recinti e chiusini, ma tale suggerimento è stato solo parzialmente accolto nel Piano di Controllo emanato dalla regione, nel quale tale possibilità è data solo agli agricoltori che sono anche cacciatori, ed è resa praticamente inapplicabile da una serie di appesantimenti procedurali e burocratici: si pensi che l’agricoltore avvistato il cinghiale, deve avvisare la polizia provinciale ed attendere fino a 6 ore prima di agire… nel frattempo lo tiene al guinzaglio legato ad un pagliaio ?!?!
Siamo di fronte ad una emergenza conclamata, e per cercare di risolvere il problema sia a livello nazionale che regionale ho incontrato a fine ottobre il Ministro dell’Agricoltura Centinaio in visita nelle aree terremotate, a cui ho sottoposto, assieme ai colleghi della Lega, una mia proposta funzionale a porre un argine ai danni causati dagli ungulati alle colture agricole.
Questo è un caso da manuale in cui trova applicazione il rimprovero “ve l’avevo detto !!”.