Chiusura discarica Cà Lucio: i vertici del PD si dimettano
Chiusura discarica Cà Lucio: i vertici del PD si dimettano.
La nostra provincia è in emergenza rifiuti, la discarica di Cà Lucio di Urbino è chiusa e il suo impianto di Trattamento Meccanico Biologico non utilizzabile, a causa della sentenza emessa dal Consiglio di Stato che ha annullato l’autorizzazione risalente al 2013, rilasciata dalla Provincia, per realizzare l’ampliamento della discarica stessa. Purtroppo dal 2014 Marche Multiservizi, incurante del ricorso presentato da alcuni cittadini residenti nei pressi della discarica, ha iniziato la realizzazione dei nuovi lotti ed il relativo abbancamento di rifiuti. Nel tempo si è andato configurando il nuovo Piano d’Ambito provinciale dei rifiuti, ancora allo stato di bozza, ma che trova attuazione in una stretta relazione tra le 3 discariche provinciali di Cà Asprete (Tavullia), Monteschiantello (Fano) e appunto Cà Lucio, ripartendosi impianti e bacini di conferimento. Ora è tutto da rifare, con un danno enorme in termini gestionali ed economici, che i cittadini quasi inevitabilmente si ritroveranno a dover pagare, incolpevoli, nella propria bolletta. Tutti i rifiuti indifferenziati urbani dovranno essere trattati in un impianto fuori provincia e quelli conferiti a Cà Lucio saranno dirottati verso Cà Asprete. Non è chiaro inoltre che fine faranno i rifiuti abbancati nell’ampliamento che non si doveva realizzare; verranno anch’essi rimossi e portati a Cà Asprete, provocando ulteriori impatti ambientali e costi per i cittadini ? Ma di chi è la responsabilità di tutto ciò ? Da chi era costituita la Giunta provinciale nell’estate del 2013 ? La storia assume in questo momento le sembianze di una triste fiaba, infatti la deliberazione provinciale annullata, così recita: “L’anno duemilatredici, il giorno uno del mese di agosto, alle ore 11.00, presso il Rifugio la Cupa delle Cotaline sul Monte Catria, a seguito di avvisi, si è riunita la Giunta Provinciale nelle persone dei signori”: Ricci Matteo (presidente della Provincia, ora sindaco di Pesaro), Seri Massimo (assessore, ora sindaco di Fano), Minardi Renato Claudio (assessore, ora vice presidente del Consiglio Regionale delle Marche), Galluzzi Massimo (assessore, ora Presidente di Marche Multiservizi), ed altri di incerta memoria. Così quel caldo giorno d’estate, immersi nella natura ed al fresco dell’altura, con il casereccio pasto probabilmente in preparazione nell’adiacente cucina, i nostri rappresentanti assumevano la decisione di regalare, senza ragione come dimostrato dalla sentenza, una nuova montagna di rifiuti agli urbinati. Terminata l’evocazione storica, ai giorni nostri restano il danno e la beffa. Giustizia va fatta, va considerato il danno erariale provocato alla collettività. Il MoVimento 5 Stelle valuterà l’opportunità di presentare un esposto per chiarire la posizione dell’allora giunta provinciale; inoltre, ritenendo questo fatto emblematico dell’incapacità di ascolto delle popolazioni rappresentate e considerandolo come specchio di una “malagestione” chiede a lor signori di dimettersi dalle attuali cariche ricoperte, liberando della loro presenza le istituzioni.
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