Fabbri M5S: mobilità sostenibile priorità per il futuro. Riattivare la Fano-Urbino
Fabbri M5S: mobilità sostenibile priorità per il futuro. Riattivare la Fano-Urbino. Durante il mio mandato ho posto la mia attenzione sui i temi della mobilità, poiché ritengo che sia un settore che abbia necessità di un cambiamento radicale di paradigma, che favorisca velocemente lo sviluppo di sistemi alternativi, basati sul trasporto pubblico locale, soprattutto ferroviario.
Ho con costanza combattuto per la riapertura della ferrovia Fano-Urbino, della Pergola-Fabriano e del tratto Ancona stazione centrale-Stazione Marittima, poiché sono convinto del fatto che il trasporto pubblico su rotaia sia un sistema maggiormente eco-sostenibile, rispetto a quello su gomma.
Riguardo alla tratta Fano-Urbino, con diverse mozioni (18/15, 153/16, 210/17 e 706/20) ne ho a più riprese chiesto la riattivazione, anche a carattere turistico, come primo passo per il ritorno ad una piena funzionalità di trasporto pubblico (tipo metropolitana leggera); ho combattuto perché sul sedime non si realizzasse una pista ciclabile, che, se anche scorresse al suo fianco inficerebbe la possibilità di ripristino della linea. Il tracciato ferroviario è ormai un corridoio tecnologico irripetibile e non va sacrificato al progetto di farci passare un acquedotto che porti le acque profonde appenniniche direttamente sulla costa, finalità ultima dell’operazione “ciclabile sui binari”. Tutti ad oggi si riempiono la bocca circa l’importanza di riattivare la tratta ma nei fatti gli atti consiliari da me presentati sono stati puntualmente respinti. Al tempo della chiusura, di buon grado erano stati attivati servizi di trasporto pubblico su gomma alternativi.
Il servizio sulla tratta Pergola-Fabriano è stato interrotto a causa di un modesto dilavamento del sedime causato dall’esondazione di un torrente; con alcune decine di migliaia di euro sarebbe stato possibile riparare il danno, ma ferrovie ha preso la palla al balzo per sospendere il servizio, ritenuto non remunerativo a sufficienza. Ho eseguito sopralluoghi sul posto ed ho verificato di persona la lieve entità del sdanno, quindi ho presentato interrogazioni (85/15) e mozioni 233/17 e 706/20), ma è mancata la volontà di approvarli (leggi questo articolo di approfondimento). Il servizio ferroviario era stato già strategicamente affiancato da tempo da un servizio pubblico su gomma, che aveva innescato un’aperta concorrenza.
Stessa sorte è toccata al tratto Ancona Centrale-Marittima, il cui servizio è stato sospeso perché ritenuto poco remunerativo e poiché la linea, attraversando la zona portuale, è mal sopportata dall’autorità. Ora i viaggiatori percorrono su gomma lo stesso tratto. Tutti gli studi sulla mobilità evidenziano come il trasporto su rotaia sia migliore, dal punto di vista dell’impatto ambientale e della sicurezza, rispetto a quello su gomma, ma purtroppo il nostro sistema politico è incapace di attuare una chiara e decisa scelta a favore del ferro.
Dal punto di vista della mobilità cittadina, ritengo che occorra un ripensamento globale dei servizi che tenga conto di una diversa e nuova organizzazione della vita lavorativa, scolastica e turistico ricreativa, da perseguirsi attraverso un ridisegno degli orari delle città e dei territori e una transizione dall’integrazione modale all’integrazione tra il sistema di trasporti e il sistema produttivo; sfruttando purtroppo il sopraggiungere della pandemia causata dal Covid-19, ho proposto una mozione (647/20), approvata, che evitasse l’intasamento della rete stradale e dei parcheggi alla ripresa completa delle attività sociali (leggi il primo ed il secondo articolo di approfondimento).
All’interno delle aree urbane per contrastare la congestione occorre infatti intervenire sullo spazio stradale per favorire i mezzi meno ingombranti, pur rispondendo a tutte le esigenze di spostamento. La sfida è intercettare nei parcheggi scambiatori e presso le stazioni le quote di mobilità precedentemente assorbite dal trasporto pubblico evitando che proseguano verso i centri cittadini, offrendo dei corridoi e una Rete di mobilità d’emergenza dedicati ai motocicli, biciclette e micromobilità: questa è la proposta avanzata da Bikenomist e Bikeitalia.it che ha realizzato uno studio avvalendosi di qualificati esperti nel settore dei trasporti. Tale impostazione permetterà di accrescere l’uso di questi mezzi anche per le medie percorrenze interne alla città e di liberare i marciapiedi per riservarli all’uso esclusivo dei pedoni, per aumentare anche questa quota di spostamenti per le distanze più brevi. Il cittadino, giunto presso i parcheggi scambiatori, potrà proseguire per distanze inferiori ai 10 km utilizzando preferibilmente biciclette (anche a pedalata assistita), monopattini, e motorini elettrici. Sarà mia cura monitorare l’applicazione della mozione e la sua eventuale riproposizione durante la prossima legislatura.
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