Fermignano: le acque della zona industriale vanno monitorate per la presenza di PFAS

Fermignano: le acque della zona industriale vanno monitorate per la presenza di PFAS. Nella zona industriale di Fermignano, all’interno della falda acquifera, sono presenti da mesi alcuni inquinanti, gli PFAS – sostanze perfluoroalchiliche – che vanno adeguatamente monitorati. E’ nel 2013 che sentiamo parlare per la prima volta degli PFAS a seguito del ritrovamento di queste sostanze inquinanti, in alcune zone del Veneto occidentale, nelle falde acquifere, acquedotti e corsi d’acqua. Nonostante i primi tentativi di minimizzare il fatto, fu la caparbietà del Dot. Vincenzo Cordiano e del gruppo delle cosiddette “mamme Pfas”, a far si che la vicenda arrivasse in Regione Veneto e successivamente diventasse un caso nazionale, per il fatto che furono evidenziati valori di concentrazione dell’elemento chimico nel sangue dei loro figli.

La caratteristica che rende potenzialmente pericolosi gli PFAS è il fatto che si accumulano non nel grasso, ma nel sangue e nel fegato, rendendosi così biologicamente più disponibili, con lunghi tempi di escrezione dall’organismo. Inoltre alcuni composti (denominati PFOS, e PFOA) possono attraversare la placenta, con la conseguenza che anche i neonati sono esposti a queste sostanze contenute nel sangue materno. Leggi in questo articolo alcuni effetti degli PFAS.

Gli PFAS sono stati utilizzati, a partire dagli anni ’50, come emulsionanti e tensioattivi in prodotti per la pulizia, rivestimenti protettivi, schiume antincendio e vernici, nella produzione di capi d’abbigliamento impermeabili, nei rivestimenti dei contenitori per il cibo, come ad esempio quelli dei “fast food” o nei cartoni delle pizze d’asporto e nella fabbricazione delle pentole da cucina, soprattutto antiaderenti.

E proprio dalla realizzazione di questo prodotto che la storia coinvolge la nostra provincia, quando l’ARPA Marche rileva concentrazioni in alcuni pozzi ubicati in prossimità della zona industriale del Comune di Fermignano.

Il Consigliere comunale M5S Mauro Grossi, mi informò che addirittura le analisi iniziarono oltre un anno fa (marzo 2018), e nonostante tutto nessuno cittadino ne era al corrente, visto che l’Amministrazione comunale, seppur da subito si è confrontata con gli addetti ai lavori (compresa l’azienda coinvolta), non ha mai informato la cittadinanza nella dovuta maniera, a parte la pubblicazione dell’ordinanza nell’albo pretorio ma che, sappiamo, pochi consultano. Anche quando gli fu chiesto espressamente dal Consiglio di quartiere di Santa Barbara, il Sindaco non ne fece menzione e nelle due interrogazioni comunali tentò di sminuire il caso, affermando più volte che tutto era sotto controllo trattandosi di un solo pozzo, mentre le analisi di ARPAM segnalano addirittura che i pozzi con presenza di PFAS sono 6.

Abbiamo denunciato la situazione mediante una conferenza stampa: ecco gli articoli apparsi sulla stampa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poiché sul territorio marchigiano sono presenti numerose zone industriali all’interno delle quali esistono tipologie di attività produttive che potrebbero, o avrebbero potuto, utilizzare tali sostanze nel loro ciclo produttivo, ho ritenuto necessario, attraverso una interrogazione (Interrogazione 903/19), portare il caso a livello regionale, affinché si operi un controllo sistematico sul territorio marchigiano della presenza di queste sostanze, al fine di verificare la necessità di operare interventi e monitoraggi per preservare la salute pubblica dei cittadini residenti nell’intorno dei luoghi individuati. Confido che nelle prossime settimane l’Assessore competente risponda alla mia interrogazione, fornendo informazioni tali che possano tranquillizzare me e i cittadini.

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