Piergiorgio Fabbri M5S denuncia: la regione non è in grado di valutare l’applicazione delle proprie leggi
Piergiorgio Fabbri M5S denuncia: la regione non è in grado di valutare l’applicazione delle proprie leggi, e snobba addirittura quelle scritte dai consiglieri. In regione esiste una legge che indica la necessità di valutare l’applicazione della normativa vigente per migliorare l’efficacia delle politiche sul territorio, semplificare l’impalcatura legislativa stessa. Si è però riscontrato che non solo moltissime leggi non sono applicate o non sono finanziate, ma che gli uffici (e quindi la Giunta) non posseggono né la mentalità né gli strumenti idonei per controllare la tematica.
La legge regionale 3/15 Legge di innovazione e semplificazione legislativa, all’art. 45 “Clausola valutativa” recita: “La Giunta regionale trasmette all’Assemblea legislativa contestualmente alla presentazione della legge di semplificazione annuale una relazione sullo stato di attuazione e sugli effetti di questa legge che contenga almeno le seguenti informazioni: a) le azioni poste in essere per migliorare la qualità formale della normazione e semplificare il linguaggio normativo, con specifica indicazione del numero delle analisi tecnico normative condotte e degli strumenti diversi dalle suddette analisi adottati; b) le valutazioni ex ante ed ex post effettuate con specifico riferimento alle analisi condotte in attuazione di clausole valutative, alle metodologie di valutazione adottate, alla consistenza del personale addetto alla funzione; c) le azioni di semplificazione dei procedimenti amministrativi effettuate, con specifico riferimento ai progetti di misurazione degli oneri amministrativi avviati, ai passaggi procedurali soppressi, a quelli introdotti e alle compensazioni attuate; c bis) gli effetti delle semplificazioni adottate con specifico riferimento alla riduzione dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi interessati; d) le azioni volte ad accrescere, rispetto a quanto stabilito dalla normativa statale, l’utilizzo degli strumenti telematici tra amministrazione e cittadini.”
Purtroppo il Report 11/18 sullo stato di valutazione e gli effetti della legge, ha gravemente evidenziato come alle richieste di trasmissione da parte degli uffici delle informazioni circa l’applicazione delle leggi, abbiano risposto soltanto in 7. Il report afferma che “emerge un quadro non omogeneo, conseguente ad un adempimento ancora parziale delle diposizioni che contengono clausole valutative”, quindi la prima difficoltà si sottolinea all’origine del percorso: gli uffici non verificano l’applicazione delle leggi.
Inoltre il report nelle considerazioni conclusive riporta che “Si rileva in primo luogo che permangono notevoli difficoltà nell’applicazione delle leggi regionali a contenuto trasversale cioè nelle leggi che richiedono per la loro attuazione interventi da realizzare in più settori e con atti programmatori diversi.” Quindi il secondo problema sta nella scarsa capacità di dialogo tra i diversi uffici, quando devono coordinarsi in materie interdisciplinari.
Il report ancora sottolinea che “Permane inoltre una certa difficoltà a dare completa attuazione a quelle leggi che presentano una forte ricaduta normativa (cioè che rinviano a numerosi atti a contenuto generale la loro concreta attuazione).” Ecco il terzo problema: gli uffici sono in difficoltà a dare attuazione alle leggi che richiedono ad esempio l’emanazione di regolamenti o delibere (spesso abbiamo riscontrato la mancata attuazione di porzioni ed aspetti particolari di leggi per mancanza di specifici atti, cosa che riguarda anche il livello nazionale).
Ed infine ecco la ciliegina sulla torta, il report conclude con questa istituzionalmente inaccettabile analisi: “Si rilevano alcune difficoltà da parte dell’esecutivo nell’attuazione delle leggi di iniziativa consiliare”, che tradotto vuol dire che gli uffici spesso non applicano le leggi scritte dai consiglieri (mentre applicano le leggi che propongono loro stessi alla giunta).
Questa situazione mi ha particolarmente allarmato, perché denota uno scarsissimo controllo sulle politiche regionali (che discendono chiaramente dalla buona applicazione della normativa) ed una pericolosa debolezza del Consiglio Regionale nei confronti della Giunta, non avendo neanche la forza di far applicare le leggi che emana (pazienza, ma neanche troppo, per le mozioni ed atti simili, che spesso non vengono recepiti concretamente, ma addirittura non applicare le leggi !!).
Per contrastare questa deriva e cercare di rendere più stringente l’applicazione delle leggi da parte degli uffici (in particolare dai rispettivi super-pagati dirigenti), ho proposto la Risoluzione 88/19 che è stata approvata all’unanimità, e che impegna il presidente e la giunta a:
- ad introdurre nel Piano delle performance relativo al personale dirigente la piena applicazione della normativa esistente;
- ad intraprendere tutte le azioni idonee per applicare puntualmente i contenuti dell’articolo 45 della legge regionale 3/15”.
A questo punto, se la Giunta volesse veramente venire a capo di questi problemi, abbiamo fornito loro la soluzione: inserire l’applicazione delle leggi tra gli obiettivi che devono raggiungere i dirigenti se vogliono acquisire il premio.
Guarda il video in cui riassumo la questione.
La Regione non controlla l'applicazione delle leggi emanate. Con una mia risoluzione, approvata all'unanimità, si impegna la Giunta a premiare i dirigenti solo se applicano la normativa esistente…
Pubblicato da Piergiorgio Fabbri Consigliere Regionale M5S Marche su Venerdì 21 giugno 2019
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