Rifiuti organici: la soluzione migliore è il mix tecnologico e dimensionale

Rifiuti organici: la soluzione migliore è il mix tecnologico e dimensionale. Impazza da alcuni mesi la discussione, ormai estesa a livello provinciale, sull’ubicazione e sulle dimensioni del digestore anaerobico per trattare i rifiuti organici che Aset dovrebbe realizzare nel territorio fanese, magari con la collaborazione di Marche Multiservizi. E’ scattata anche la classica Sindrome Nymbi (cioè la forma di protesta attuata da una comunità locale contro opere di interesse pubblico che potrebbero avere effetti negativi sulla loro area di residenza) da parte dei sindaci dei Comuni limitrofi a Fano, mentre altri (come Gambini di Urbino) chiedono addirittura di realizzare l’impianto nel proprio Comune.

Purtroppo non è stato ancora adeguatamente messo a fuoco che nessuno impone la realizzazione di un unico grande impianto anaerobico nel trattamento dei rifiuti organici, ma che tale scelta è stata effettuata esclusivamente per gli interessi “industriali” dei gestori Aset e Marche Multiservizi, al fine di massimizzare il drenaggio di incentivi pubblici attualmente resi disponibili dalla normativa: se gli incentivi per la produzione di biogas venissero meno, l’impianto non sarebbe così remunerativo.

Esiste però un’alternativa concreta e vantaggiosa al grande impianto unico anaerobico: la realizzazione di piccoli impianti aerobici in prossimità dei numerosi centri abitati e frazioni dell’entroterra, in cui risiede il 40% della popolazione. L’adozione di tale opzione consentirebbe di ottenere compost di qualità da utilizzare in agricoltura direttamente sui luoghi di raccolta dei rifiuti organici, evitando il trasporto di rifiuti e digestato (trasformato in compost di qualità inferiore) dai luoghi di raccolta all’impianto e di nuovo verso i campi dell’entroterra. Inoltre la gestione a livello locale dei rifiuti e l’utilizzo del relativo compost, consentirebbe di ridurre sensibilmente le dimensioni, e quindi gli impatti, del digestore fanese, limitando di conseguenza l’opposizione alla sua realizzazione.

Per questo motivo da oltre un anno è in discussione in Regione la mia proposta di legge (PdL 222/18 Compostaggio rifiuti organici) che incentiva le AATA, i Comuni ed altri soggetti a realizzare i piccoli impianti locali di trasformazione. Finalmente si è giunti ad un testo concordato, che è stato appena approvato dalla commissione ambiente, e la cui discussione (e relativa approvazione) in consiglio regionale è prevista entro gennaio prossimo. L’approvazione della legge imporrebbe il generale ripensamento della politica di gestione “industrializzata ed accentrata” dei rifiuti imposta dai gestori agli inermi Comuni dell’AATA, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse, riduzione degli impatti ambientali, minimizzazione dei contrasti sociali, massimizzazione del riutilizzo del compost di qualità in agricoltura.

La corretta e completa gestione dei rifiuti organici è necessaria ed urgente anche nell’ottica di una concreta realizzazione dei principi dell’Economia Circolare, su cui l’Europa sta investendo ingenti fondi economici. Speriamo che il buon senso tecnico e politico prevalga sui ciechi interessi economici.

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