Salvate le 3 Unità di Terapia Intensiva Cardiologica di Senigallia, Fabriano e Jesi

Salvate le 3 Unità di Terapia Intensiva Cardiologica di Senigallia, Fabriano e Jesi, grazie ad una risoluzione promossa dal M5S (Fabbri) e sottoscritta dal PD.
L’applicazione del decreto Balduzzi da parte della giunta PD sta massacrando la sanità regionale. L’ultimo errore commesso è il declassamento della cardiologia UTIC di Senigallia a cardiologia riabilitativa.
Sono 3 anni che rincorriamo la giunta per mettere le pezze agli errori che commette. Il cittadino ha diritto di curarsi vicino casa, soprattutto in casi di emergenza.
Per questo si è arrivati ad una risoluzione (risoluzione n. 77/18) sulla mozione n. 335/18 che ho presentato, che chiede il ripristino dell’unità cardiologica UTIC di Senigallia, impegnando la giunta a tenere operative per l’area vasta 2, le tre sedi di Senigallia, Jesi e Fabriano, dimensionandole in funzione dei fabbisogni storici.
Ad oggi solo Senigallia ha, ironia della sorte, i volumi di interventi sanitari richiesti dalla normativa nazionale, mentre Jesi si aggira sui limiti richiesti e addirittura Fabriano non raggiunge i valori minimi, ma l’ASUR non la chiude ritenendola temporaneamente sede disagiata fino al completamento della viabilità. Questa risoluzione, razionalizzando l’organizzazione, assicura quindi la piena operatività delle tre sedi, riconoscendo la centralità di Senigallia e proteggendo Jesi e soprattutto Fabriano da futuri possibili ridimensionamenti.

Il dettaglio della vicenda

Il D.M. 2 aprile 2015 n.70, “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” (decreto Balduzzi), definisce e afferma i criteri secondo i quali viene modulata l’offerta sanitaria, ovvero:

  • volumi di attività
  • esiti delle cure
  • numerosità delle strutture
  • qualità e gestione del rischio clinico.

Tali criteri seguono modalità di integrazione aziendale ed interaziendale tra le varie discipline secondo il modello dipartimentale e quello di intensità di cure, per poter organizzare la maggior flessibilità organizzativa nella gestione dei posti letto rispetto alla domanda appropriata di ricovero, rispettando le priorità date dalle emergenze ed urgenze del pronto soccorso.

Il DGR 1/2018 individua per l’Area Vasta 2 un presidio ospedaliero unico composto da 4 stabilimenti (Senigallia, Jesi, Fabriano e Cingoli)

Come accennato il reparto di cardiologia con UTIC di Senigallia è l’unico in tutta l’area vasta 2 a possedere i requisiti dimensionali minimi previsti  (20 posti letto di degenza e 6 di terapia intensiva, vedi patto per la salute 2010-2012); la suddetta Unità Operativa. è anche la prima, in tutta l’area vasta 2, in termini di volumi di attività e livelli di appropriatezza e per numero di impianti di pacemaker e defibrillatori, ed è anche il quinto centro della regione.

Tra l’altro, giustamente, la DGR n. 1345/2013 (riordino delle reti cliniche) affermava che: “preoccupa la smobilitazione delle Unità Coronariche dalla fascia costiera che potrebbe creare problemi soprattutto nel periodo estivo quando il carico lavorativo si raddoppia per il flusso turistico”.

Purtroppo il direttore generale dell’ASUR, con determina n. 361/2017, confermata dalla n. 732/2017, individuava Senigallia come sede di cardiologia riabilitativa, determinando così la soppressione della U.O. di Cardiologia – Utic. Nota importante: il termine “cardiologia riabiltativa”, non ha un corrispettivo in termini di disciplina ospedaliera au sensi del DM 5 dicembre 2006 che invece individua le discipline di cardiochirurgia pediatrica, cardiochirurgia, cardiologia, recupero e riabilitazione funzionale . Si dovrebbe quindi parlare di “riablitazione cardiologica”, dove la disciplina di riferimento è la medicina fisica e riabilitativa e lo specialista di riferimento è il fisiatra e non il cardiologo. Tale trasformazione del reparto di cardiologia – UTIC di Senigallia (sancito dalla direzione ASUR con le determine n. 361/2017 e n. 732/2017) in Cardiologia ad indirizzo riabilitativo ha determinato una situazione difficile per il personale sanitario, che potrebbe essere portato ad assistere e curare – come faceva in precedenza – i pazienti acuti che vengono ricoverati sia in UTIC sia in Cardiologia per acuti, ma senza tutela circa la legittimità del proprio operato.

 

Le proposte dagli operatori sanitari e la risoluzione finale

Come anche gli operatori sanitari coinvolti hanno suggerito, al fine di non perdere le caratteristiche di operatività nel settore delle acuzie, grazie alla risoluzione, si procederà ad una rimodulazione dell’organizzazione dei posti letto sia di UTIC che di Cardiologia in Area Vasta 2,  distribuendoli in proporzione al volume storico di attività nonché al bacino di utenza servito, nei tre stabilimenti di Fabriano, Senigallia e Jesi.

Leggi gli altri articoli che trattano di Sanità.