Sanità Marche: servizi insufficienti e liste d’attesa troppo lunghe
Sanità Marche: servizi insufficienti e liste d’attesa troppo lunghe, non sono sufficienti in due provincie i posti letto, e i marchigiani si curano fuori regione anche per prestazioni di complessità bassa. La gestione Ceriscioli sulla sanità non soddisfa le esigenze dei cittadini.
L’inaugurazione della nuova strumentazione di risonanza magnetica nucleare nell’ex ospedale di Fossombrone non risolve i gravi problemi di sottoutilizzo della struttura. I cittadini hanno bisogno di avere una struttura ospedaliera efficiente, nella quale curarsi, la sola diagnostica non basta: il M5S chiede che siano presenti posti letto di medicina, lungodegenza, cure intermedie, riabilitazione, sia attivo il servizio di day surgery, esista un punto di primo intervento (PPI) effettivo aperto h24.
Purtroppo è tutta la provincia che soffre un sottodimensionamento delle strutture sanitarie, causato dal taglio di posti letto e servizi operato da questa giunta regionale, che provoca enormi costi di mobilità passiva e liste d’attesa inaccettabilmente lunghe.
Dopo numerose richieste di accesso agli atti e grazie all’interrogazione 594/18, sono riuscito ad ottenere i primi dati ufficiali che confermano la grave situazione in cui versa la nostra sanità.
La legge regionale 17 luglio 1996 n. 26 ad oggetto Riordino del Servizio Sanitario Regionale, all’articolo 31, comma 7, prevede che: “La Giunta regionale, entro il 30 settembre, presenta annualmente al Consiglio regionale una relazione generale sulla gestione ed efficienza dei servizi sanitari, sullo stato di salute della popolazione, sullo stato di attuazione del Piano sanitario regionale, all’andamento della spesa sanitaria e sull’attività dei servizi e presidi della regione che evidenzi il grado di raggiungimento degli obiettivi”. Inoltre, il comma 4 dell’articolo 2 della l.r. n. 26/1996 prevede che “la Giunta trasmetta annualmente una relazione sui risultati conseguiti in riferimento agli obiettivi fissati dal Piano sanitario regionale e sull’attività di vigilanza svolta, accompagnata da una analisi del rapporto tra costi dei servizi e relativi benefici”.
Le relazioni che sono riuscito ad ottenere dopo sollecito di trasmissione al Presidente della Giunta regionale (Relazione piano sanitario 2015 e Relazione piano sanitario 2016 , composte rispettivamente di 2 e 4 pagine) contengono un mero elenco delle Delibere di Giunta emanate negli ultimi anni, senza riportare dati di alcun tipo atti supportare le affermazioni contenute con adeguate argomentazioni e dettaglio; ciò è preoccupante per tutti noi cittadini in quanto o i dati ci vengono nascosti o peggio ancora non vengono prodotti !!
Grazie all’interrogazione 594/18, ho ottenuto la “Relazione sullo stato di attuazione e sugli effetti del Piano socio-sanitario regionale 2012-2014: sostenibilità, appropriatezza, innovazione e sviluppo – anni 2016-2017” (Relazione attuazione Piano sanitario 2016).
Dall’analisi dei dati contenuti al suo interno risulta chiara la situazione di disomogeneità e sbilanciamento delle strutture sanitarie presenti all’interno delle varie Aree Vaste, con una chiara penalizzazione per quella della provincia di Pesaro-Urbino e di Fermo.
Nella tabella sottostante riporto la dotazione di posti letto divisa per area vasta.
L’incremento previsto ma ancora non realizzato per le aree vaste 1 e 4 non è sufficiente a compensare l’attuale situazione, che resterà deficitaria anche in futuro.
Occorre restituire alle strutture dell’entroterra (Sassocorvaro, Fossombrone e Cagli) i posti letto necessari a soddisfare le esigenze dei residenti, che erano presenti fino a pochissimi anni fa.
I dati relativi alla mobilità passiva (i cui costi per la regione ammontano a decine di milioni/anno) confermano la strutturale inadeguatezza della sanità regionale, infatti nel 2016 sono oltre 31.000 i ricoveri di marchigiani eseguiti fuori regione(in aumento rispetto all’anno precedente), di cui un terzo ascrivibile alla provincia di Pesaro-Urbino (appunto la più sguarnita di posti letto).
Oltre la metà delle prestazioni si riferisce ad una casistica di complessità bassa e medio-bassa (oltre 18700 casi), confermando l’ipotesi che la struttura regionale non riesce a soddisfare neanche la richiesta di prestazioni standard.
Infine i tempi per le liste d’attesa per molte prestazioni sono vergognosi: per poter eseguire una mammografia programmata si attendono mediamente addirittura 234 giorni che diventano 271 se si tratta di una visita di controllo !! Per un’Ecocolodoppler cardiaca programmata sono necessari mediamente 111 giorni d’attesa; per una Colonscopia i giorni d’attesa sono “appena” 90.
Ritengo che occorra porre rimedio alla mala-gestione sanitaria di questa giunta, efficientando e potenziando l’intero sistema.
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